Che significa “stare bene”? Travolti dal ritmo quotidiano spesso diventiamo incapaci di ascoltare i segnali che il nostro corpo invia quando qualcosa non va e invoca cura, attenzione, rimedio.
Normalmente si parla di Sintomi, trascurando tuttavia un’altra distinzione fondamentale che è quella dei segni. Quale differenza tra sintomi e segni? Come ri-conoscerli, o letteralmente “conoscerli di nuovo” per garantire il nostro benessere?
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Il sintomo in medicina è la manifestazione di uno stato patologico. Etimologicamente, il termine sintomo significa avvenimento, evento, fatto nuovo, coincidenza. Nel linguaggio tecnico, rappresenta una sensazione soggettiva di cambiamento nel benessere personale. Trattandosi di un vissuto soggettivo, non ne risulta possibile un’esatta misurazione.
Quando si parla di sintomo, solitamente associamo il dolore in generale, o il mal di testa, il dolore all’addome o il dolore articolare. O ancora l’ansia, il dolore durante la minzione o la defecazione, l’astenia, le vertigini, l’acufene (il fischio nell’orecchio), il malessere generale, la nausea, la confusione, la sonnolenza e la stessa insonnia.
Il segno, al contrario del sintomo, si caratterizza per essere rilevato da un osservatore esterno e, in quanto oggettivo, offre la possibilità di essere misurato. Per comodità e per brevità, nel linguaggio clinico abituale, sintomi e segni sono accomunati nel termine omni-comprensivo di “sintomi”, quindi un paziente tenderà a descrivere come sintomi quelli che in realtà sono segni.
I segni vengono individuati dal medico durante l’anamnesi, grazie a ispezione, palpazione, percussione e auscultazione. Esempi di segni comuni, sono: torace ingrandito, ingrossamento del collo, tagli, cambi di colore della pelle, cicatrici, ematomi e tumefazioni.
Comprendere la differenza tra sintomo e segno significa poter intervenire in modo efficace e puntuale sulla natura dei problemi. Facciamo l’esempio di una persona che non riesca a dormire e riposare bene.
L’insonnia rappresenta il sintomo, mentre la descrizione dell’insonnia con l’indicazione degli orari di risveglio (es. risveglio alle ore 03:00) rappresenta il segno oggettivo dalla cui interpretazione il professionista potrà dare una diagnosi differenziata e specifica.
Esistono infatti varie forme di Insonnia: risvegli notturni frequenti ( es. risveglio ore 02:00, 04:00, 05:00) difficoltà nel prendere sonno, scarsa energia durante il giorno, rappresentano segni e sintomi su cui dare risposte mirate. Come individuare allora i giusti rimedi per dormire? Ci può aiutare un approccio funzionale al sintomo stesso.
La medicina funzionale evoluta basa il suo approccio sulla stimolazione dell’organismo per trovare in modo sano il proprio equilibrio. Secondo la medicina funzionale evoluta, ogni evento che investe il nostro organismo ha una conseguenza funzionale (una reazione che cambia lo stato delle cose) sull’equilibrio fisiologico e patologico del corpo.
Ogni sintomo/malattia rappresenta quindi un’alterazione del funzionamento sano e naturale dell’organismo. Così il sintomo dell’insonnia rappresenta un’amplificazione della fase di veglia nella normale alternanza sonno veglia, resa manifesta dai segni che la connotano (orario dei risvegli, fatica a prendere sonno,etc).
L’interpretazione dei segni e la comprensione dell’origine del sintomo (es. eccesso di stress, alterazione dello stato emotivo), permetterà di individuare il modo migliore per favorire quei processi di compensazione che il corpo naturalmente potrà porre in essere per ritrovare il proprio equilibrio e benessere originale.
In medicina funzionale evoluta, accompagnare a ritrovare salute significherà sempre non trascurare il “percepito emozionale” della persona, perché dalle emozioni saranno generati dal nostro cervello input destinati a tradursi in risposte di azioni/alterazioni conseguenti, o detto in altri termini, di sintomi e segni di disregolazione.
Le indicazioni riportate nel sito derivano dall’esperienza pratica di professionisti e non intendono pertanto sostituire in alcun modo il rapporto diretto tra paziente e medico o farmacista. L’integratore alimentare offre un supporto di integrazione nell’alimentazione nell’ambito di trattamenti e nella prevenzione. Per una corretta valutazione nell‘ assunzione degli integratori alimentari si consiglia di rivolgersi al proprio farmacista di fiducia o al proprio medico curante. Per approfondimenti è possibile far riferimento a fonti alternative e pubblicazioni. Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta varia ed equilibrata e di un sano stile di vita.
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